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Visualizzazione dei post da 2010

Parentopoli e "l'apartheid" dei diritti

Caro Civicolab, oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha detto una cosa di buon senso che purtroppo, solo per un attimo, ha abbassato il volume dell’inutile e rumoroso dibattito acceso dalla manifestazione del 14 dicembre e dagli episodi di violenza nelle piazze: “La protesta pacifica è una spia di malessere che le democrazie non possono ignorare”. Un’osservazione banale, forse, proprio perché si tratta di un dato di realtà. Che “vale doppio” per chi vive nella capitale: qui, il malessere, almeno tra i giovani (e meno giovani) precari, in cerca di occupazione, vittime di questa crisi economica che sembra accanirsi proprio sui più deboli, è un macigno pesantissimo. Che pesa più che mai, da quando le inchieste della Procura di Roma e della Corte dei Conti hanno tolto il velo che ammantava la parentopoli capitolina: è venuta così alla luce una gigantesca macchina illegale che ha permesso di effettuare centinaia di assunzioni a chiamata diretta, in aziende che gestiscono

La quarta serie di “Green Porno”

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“La natura è infinitamente scandalosa”, si legge sulla quarta di copertina del libro di Isabella Rossellini – completo di dvd – “Green Porno”, pubblicato nel 2009 dall’editore americano Harper Collins. E deve essere così se è vero che “nella profondità dell’oceano, accadono strane cose, atti d’amore che sono insoliti allo sguardo umano: minuscole alici che si accoppiano in orge affollate, gamberetti che ‘si spogliano’ per ‘farlo meglio’, stelle marine che possono scegliere come fare all’amore, balene che, per amarsi, lottano”. Tutto questo, se riuscissimo a immaginarlo, avrebbe certamente a che fare con quella particolare poesia che, sola, appartiene al mondo della natura e, in particolare, al regno animale. È vita, insomma.

“100 giorni sull’Isola dei cassintegrati”, storie collettive di resistenza precaria

La presentazione del libro "100 giorni sull’isola dei cassintegrati" – organizzata dalla casa editrice Il Maestrale e dal collettivo Api Operaie – inizia con un’attesa di 45 minuti, rotta dalle parole imbarazzate della moderatrice: “Susanna Camusso non può più venire, non fa in tempo”. La ragione, si scusa la nuova segretaria della Cgil in un messaggio, sono i preparativi in vista della grande manifestazione del prossimo 27 novembre. Organizzata “per i giovani e per il lavoro”. Salta anche, all’ultimo momento, il previsto intervento via skype dell’economista Loretta Napoleoni. Restano solo i lavoratori, dunque, a rappresentare se stessi e le proprie istanze, dietro quel tavolo che li separa dal resto della sala, la bella aula magna della Chiesa valdese romana: soli come sempre, almeno in questi mesi di trattative, di lotte per conservare il posto, di vertenze. Ci sono Pietro Marongiu, operaio Vinyls, Alessandra Carnicella, lavoratrice ex Eutelia, Claudia Bernardi, dottoranda

Opus gay

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Quando ho iniziato a scrivere questo libro sul rapporto tra chiesa cattolica e omosessualità, mi sono sentita in difficoltà. Come giornalista, infatti, avevo già affrontato in passato la questione dei diritti civili e provato a indagare le ragioni della loro costante violazione. Questa volta, però, avrei dovuto interrogarmi e scegliere le parole giuste per raccontare due realtà che, in modo diverso, hanno sempre fatto parte della mia vita. Ma non c’erano parole giuste per descriverle. Solo espressioni limitate che, purtroppo, rischiavano di tradirle. Da una parte la chiesa: ho studiato in una scuola cattolica per otto anni e sono stata, letteralmente, accompagnata nella mia formazione da un prete. Tutti i sabati, con i miei amici, leggevamo la parola e cercavamo di comprendere come farla entrare nelle nostre vite. Dall’altra parte, le persone omosessuali. È davvero strano parlare di loro come se fossero una categoria a sé: ogni volta mi sembra di ridurli a un’etichetta. E di violarne l

In cerca di preti, nelle chat popolate di solitudini

Un mese intero passato in chat. In orari e con nomi diversi. Con un’unica indicazione nel profilo: “In cerca di un don”. La prima cosa che si impara nei siti di incontri online è che non c’è tempo da perdere. Dunque, è meglio chiarire subito cosa si cerca: “170x67 castano non peloso maschile giovanile”. Oppure: “165x80, moro riccio, molto peloso, maschile e carino”. E, in questo caso, che sia anche prete. Se è vero, poi, che tutte le chat si assomigliano, per quelle gay c’è solo l’imbarazzo della scelta: registrarsi è semplicissimo. Nessun controllo, ad esempio, sull’età dell’utente che, in teoria, potrebbe accedere ogni volta con un nick diverso. Ci sono Mirc, la chat di gay.it, 77chat.com, ma anche siti come bearwww.com, gayromeo.com, gaydar.it: alcune richiedono anche la foto ma generalmente basta inserire pochi dati essenziali e l’indicazione di cosa cerchi e come lo vuoi. Sesso, amore, amicizia, scambi di coppia: l’obiettivo è quasi sempre incontrarsi, nella realtà oppure via web

noiseFromAmeriKa : Il matrimonio omosessuale: non si può fare

noiseFromAmeriKa : Il matrimonio omosessuale: non si può fare

Emergency: riapriremo l’ospedale a Lashkar-gah

L’integralismo di Emergency è soprattutto quello che ricorda al mondo, senza tanti giri di parole, distinguo e mediazioni, che “la guerra ha sempre (sempre) odore di sangue, merda e vomito”. È la stessa ragione per cui i suoi detrattori, tanti e quasi sempre politicamente orientati, parlano dell’organizzazione guidata da Gino Strada, con un pizzico di antipatia (a dirla tutta), quella riservata, in genere, a chi non ama cincischiare nel mucchio, a chi chiama le cose con il loro nome anche se questo è scomodo, suona male e ha l’odore acre di una perenne resistenza. Così, siamo tutti abituati a sentire che “quelli di Emergency – per carità – fanno tante cose buone in giro per il mondo” ma “sono un vero partito”, una “banda di estremisti”, magari pacifici, ma sempre di estremisti si tratta. Poi, volti l’angolo e ti imbatti in tutta un’altra storia: quella del suo popolo, che non ha dubbi, nessuna incertezza sulle battaglie di Gino Strada, che sente insieme a lui e che lo porta – in pochi

ai giovani del Popolo della Libertà sul Pride di Palermo

Risposta ai giovani del Popolo della Libertà in merito al Pride di Palermo del 19 giugno. scritto mercoledì 16 giugno 2010 alle ore 16.15 Care e cari della "Giovane Italia" di Palermo, dissentire, manifestare idee e posizioni differenti è, sicuramente, lecito, legittimo ed un diritto da difendere in un Paese democratico, soprattutto se non vi è l'intento di reprimere e soffocare quelle che sono le idee ed il pensiero altrui. Mi si permetta, tuttavia, di esprimere alcune considerazioni in merito alla vostra iniziativa ed al vostro comunicato contro il Pride Regionale di Palermo del prossimo 19 giugno. Ciò che lascia molto perplessi, soprattutto considerando che tali tesi vengono espresse da un gruppo di giovani, non è tanto il vostro essere contrari ad una manifestazione, alla sua piattaforma politica e rivendicativa, al chi la organizza ed al come viene organizzata ma, piuttosto, le motivazioni di tale dissenso. Voi scrivete di esibizionismo sessuale come elemento che con

Una colata di cemento ci seppellirà - micromega-online - micromega

Una colata di cemento ci seppellirà - micromega-online - micromega

Lettera a Gesù sull’omofobia nella chiesa cattolica

Alla vigilia della Giornata internazionale contro l’omofobia, una chiesa (cattolica) canadese ha invitato Laurent McCutchéon, Presidente della Fondation Émergence e di Gai Écoute, a pronunciare l’omelia della domenica ai suoi fedeli.

Liberi di scegliere sulla propria morte. “Sia fatta la mia volontà”, una docufiction su funerali civili e testamento biologico

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Cosa c’è di più democratico del corpo che muore? Ben poco: perché se “nel presente muore solo qualcuno, nel passato sono morti proprio tutti”, osserva icastico Ascanio Celestini in Sia fatta la mia volontà, la docufiction prodotta dall’associazione culturale Schegge di cotone e nata da un’idea di Emanuele Di Giacomo e Ottavia Leoni. Un’ora e venti minuti (rigorosamente no budget), diretti e interpretati da Paola Bordi, Elisa Capo e dalla stessa Leoni, per affrontare la questione “ingombrante” e dolorosa di cosa fare del corpo di chi muore. Un viaggio ironico e riflessivo intorno al tema della morte e ai suoi aspetti più pratici che parte dall’organizzazione di funerali laici – una vera corsa ad ostacoli – fino a toccare il tema più ampio del diritto alla libertà di scelta. Che riguarda, come spiegano gli autori, non soltanto la decisione di quale “rito scegliere” per l’estremo saluto, o a “quale destino” affidare il proprio corpo una volta finita la cerimonia, ma che investe anche “le

La lobby omosessuale (che non c'è)

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"In Italia non esiste una lobby omosessuale", disse il prete gay che confessava a San Pietro. E quelle parole tornano in mente e si rafforzano, ieri sera, quando la fiaccolata sparuta contro l'omofobia si scioglie come neve al sole, proprio di fronte a quel bar che aveva negato pochi fazzoletti all'ennesimo ragazzo pestato a sangue, colpevole di essere gay, nella Roma capitale dell'anno 2010. Il bar è il tipico posto per turisti americani, con l'insegna psichedelica e i gelati che sembrano di plastica: a servirli ragazzi rigorosamente stranieri che l'italiano lo masticano appena. Proprio lì, dove poche notti prima nessuno si era preoccupato di soccorrere il 22enne aggredito (per paura, negligenza, superficialità, incultura, poco importa a questo punto), quando il corteo si para di fronte all'ingresso e urla a chi era dentro "vergogna, vergogna", il presidente dell'Arcigay (sempre più una sorta di sindacato senza tessere), Fabrizio Marrazz

Quando un prete combatte i pedofili

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Don Fortunato Di Noto quando parla di pedofilia non mantiene la calma, anzi, si infervora e, quando se ne rende conto, chiede scusa. In realtà, lui che è parroco ad Avola, in provincia di Siracusa, ed insegna Storia ecclesiastica all’Università, con la pedofilia ci combatte da sempre: è stato tra i primi in Italia, ventuno anni fa, a darle battaglia, grazie alla sua “passione per il web e le nuove tecnologie” che gli hanno spalancato le porte della pedopornografia. Da allora, ha fondato la sua associazione, Meter (parola di origine greca che significa ‘accoglienza, grembo’) che si propone di “promuovere nelle realtà ecclesiali e non, la cultura, i diritti e la tutela dell’infanzia”. E che ogni anno, in convenzione con la polizia postale, realizza un report proprio su pedofilia e pedopornografia. La vicenda dell’arresto di don Domenico Pezzini - che non è un prete qualsiasi ma da sempre impegnato accanto alle persone omosessuali e storico fondatore del gruppo ‘Il Guado’ di Milano - per

di prime comunioni e famiglie

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Tutte quelle famiglie commosse e con il vestito della festa! chi potrebbe raccoglierle insieme, se non madre chiesa? il parroco che interroga sui fondamentali del catechismo, ammonisce quei figli con il giglio in mano sul nuovo inizio: "da oggi cambia tutto", dice. la famiglia ritorna mille volte nelle sue parole ed è il vero cuore della predica: chi non è famiglia (o chi non la vive affatto, oppure chi la vive in modo diverso, come me) è fuori e guarda alla finestra quegli altri, i 'benedetti dal Signore' secondo il prete. le parole dell'omelia tacciono sull'imperfezione delle coppie 'non benedette dal matrimonio', di chi ha sentimenti omoaffettivi, delle persone sole con figli. l'amore è solo quello 'in linea con la creazione', quello del matrimonio in cui è possibile generare altra vita. e che è più facile da rappresentare dall'esterno: ha un'armonia, un equilibrio formale di ruoli che manca alle 'altre', le famiglie non

Partono i “Mondiali al contrario”. Il Sudafrica in Italia ci insegna la rivolta

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Chissà cosa penseranno i sudafricani di Abahlali baseMjondolo (‘quelli che vivono nella baracche’, in lingua zulu) delle parole di This time for Africa, l’inno ufficiale della Coppa del Mondo 2010, che si svolgerà in Sudafrica dall’11 giugno all’11 luglio: “Il momento è arrivato, cadono le mura, inizia l’unica battaglia. Non fa male il colpo, non c’è paura, scuotiti la polvere, alzati, e torna sul ring. E la pressione che senti, spera in te, è il tuo popolo!”. Un mix di folk, jazz e blues che canta un inno alla lotta per la liberazione e l’integrazione, tratto da una canzone camerunense, Zamina, riscritta e interpretata dalla cantante colombiana Shakira con l’accompagnamento dei Freshlyground, una band molto conosciuta di Città del Capo. “Dovrei essere felice perché i mondiali si giocheranno a casa mia e invece non posso esserlo perché la Coppa esclude la maggioranza di noi”, racconta Philani che, insieme a Busisiwe e Thembani, sta attraversando l’Italia per la campagna dei ‘Mondiali a

Omosessualità, i ricatti della fede dietro la grata del confessionale

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Padre, sono lesbica, amo le donne come me e sono credente. Soffro per il giudizio della Chiesa e sento forte il peso della colpa. «Fatti forza e domina le tue tendenze», risponde il prete di San Giovanni Bosco, nel Tuscolano, la stessa chiesa che non celebrò i funerali di Piergiorgio Welby. «Noi siamo esseri deboli, capaci di un amore limitato e istintuale, per questo dobbiamo seguire il comandamento della Chiesa, che è quello dell’amore integrale della Bibbia». Una confessione standard, ripetuta in dieci chiese romane, seguendo un percorso che dalla periferia della capitale porta dritti nel cuore del cattolicesimo, a San Pietro. Per capire come rispondono i ministri della Chiesa all’omosessuale che crede. E che teme l’esclusione dalla comunità ecclesiale. Poco oltre c’è la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice: il padre confessore è visibilmente imbarazzato, infatti, non trova le parole. Alla fine, riesce a dire: «Siamo proprio sicuri? Esiste una diagnosi clinica che accerti l’omosessual

Fini: “Ecco la mia nuova destra”. Ma tra il dire e il Farefuturo…

di Ilaria Donatio Gianfranco Fini è compiaciuto nel ricordare le parole con cui Nancy Pelosi lo ha salutato mentre era in visita, alcuni giorni fa, a Washington: “Uno dei più strenui difensori dei diritti in Italia”, lo avrebbe definito la speaker di origini italiane. E l’accento bolognese del presidente della Camera che insaporisce le parole di soddisfazione si offre alla sala pienissima e raccolta in silenzio, a Palazzo San Macuto, per assistere alla presentazione del nuovo numero di Charta minuta – la rivista della fondazione Farefuturo. In copertina, un albero della vita che – alla base del tronco, proprio al posto delle radici – indica la sfida nascente, a destra: “La nostra nuova politica”. Ma lo sforzo, spiega Fini, è “semplicemente quello di 'alimentare' quella vecchia”, di “metterle addosso un po’ di sale”, di cercare “altre sintesi”: perché “pensavamo che questa potesse essere una legislatura costituente e così non è stato”. Ma anche di lanciare qualche provocazione,

Dalla “centrale” di Springfield all’atomo spagnolo: viaggio attraverso l’(eterno) incantesimo italiano

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Come Homer Simpson Su Facebook esiste un contatto che ha un nome lungo un’intera frase: “Vorrei lavorare in una centrale nucleare e fare come Homer Simpson…dormire”. Esilarante. Soprattutto perché l’autore, uno studente di scuola media che vorrebbe dormire di più, cita una cosa così lontana dalla sua realtà di adolescente, com’è una centrale nucleare (e una centrale in Italia!), dove lavora come capo della sicurezza (!) proprio Homer Simpson, l’antieroe per eccellenza. L’impianto, Springfield è il nome di fantasia, è (naturalmente) teatro di incidenti e stupidaggini incredibili, tanto da essere in totale dissesto e generare pesante inquinamento per la città. Ora, il produttore dei Simpson è andato a girare un documentario all’interno di una vera centrale, quella di Grand Gulf del Mississippi per confrontarsi con i lavoratori e verificare se il punto di vista espresso dai personaggi della serie non distorcesse eccessivamente la realtà. Chapeau! Naturalmente, non ci attendiamo chissà q