ai giovani del Popolo della Libertà sul Pride di Palermo

Risposta ai giovani del Popolo della Libertà in merito al Pride di Palermo del 19 giugno.

scritto mercoledì 16 giugno 2010 alle ore 16.15



Care e cari della "Giovane Italia" di Palermo, dissentire, manifestare idee e posizioni differenti è, sicuramente, lecito, legittimo ed un diritto da difendere in un Paese democratico, soprattutto se non vi è l'intento di reprimere e soffocare quelle che sono le idee ed il pensiero altrui.
Mi si permetta, tuttavia, di esprimere alcune considerazioni in merito alla vostra iniziativa ed al vostro comunicato contro il Pride Regionale di Palermo del prossimo 19 giugno.
Ciò che lascia molto perplessi, soprattutto considerando che tali tesi vengono espresse da un gruppo di giovani, non è tanto il vostro essere contrari ad una manifestazione, alla sua piattaforma politica e rivendicativa, al chi la organizza ed al come viene organizzata ma, piuttosto, le motivazioni di tale dissenso.
Voi scrivete di esibizionismo sessuale come elemento che contraddistingue questo tipo di manifestazione ma, probabilmente, a meno di non essere stati presenti ad altri Pride celebrati in precedenza nel resto d'Italia, descrivete qualcosa che non conoscete, se non per sentito dire e per le immagini che i media di casa nostra sono soliti mostrare quando ci raccontano un Pride. Sicuramente non parlate di una esperienza vissuta a Palermo, visto che quello del 19 giugno sarà il primo Pride che si terrà nella nostra città, quindi, se l'essenza di tale manifestazione sarà "un puro esibizionismo sessuale che infrangerà ogni elementare regola di buon senso", dovreste scriverlo il giorno 20 giugno, dopo avere visto con i vostri occhi cosa è stata quella manifestazione.
In realtà, se vi capiterà di passare per le vie del centro quel pomeriggio, ed io mi auguro che qualcuno di voi, anche solo per curiosità, lo faccia, resterete molto delusi nel vedere la quantità di persone "normali" ed abbigliate con "normalissimi" abiti civili da non riuscire a distinguere, almeno nell'aspetto, la differenza che passa tra "voi" e "loro".
Su una persona allegramente e vistosamente travestita con boa e piume di struzzo e vaporosa parrucca bionda ne vedrete altre cento più noiosamente e banalmente vestite (o travestite) con jeans e t-shirt. Questo avviene ed è così in tutti i Pride d'Italia e del mondo, basterebbe semplicemente andarci per rendersene conto.
Quanto al documento politico (io sono stato uno di coloro che ha contribuito a scriverlo, ed ammetto che si sarebbe potuto fare di molto meglio), non si inneggia ad alcunché ma più semplicemente e correttamente si chiedono diritti di cittadinanza, parità di trattamento come è giusto che sia per ogni cittadino, opportunità di vivere la propria esistenza con dignità, senza discriminazioni per il proprio orientamento sessuale o per la propria identità di genere, tutte richieste che passano per quelle leggi che dovrebbero applicare i principi espressi dalla nostra Costituzione ai suoi articoli 2 e 3 e che, immagino, anche a voi staranno a cuore.
Quanto ad una legge contro l'omofobia, termine quest'ultimo ambiguo ed abusato secondo il vostro punto di vista, per limitare la libertà di espressione sul tema dell'omosessualità, beh, francamente dovreste confrontarvi con chi è stato offeso, umiliato, aggredito, picchiato, talvolta anche ammazzato (con chi è stato ammazzato ormai è troppo tardi per un confronto) perché omosessuale o transessuale. Io sono uno di quelli, tra i più fortunati sicuramente, visto che vi sto scrivendo, e se per voi libertà di espressione significa anche legittimare atti di violenza nei confronti di liberi ed onesti cittadini, allora senza alcuna remore vi dico sì, che certa libertà di espressione deve essere assolutamente prevenuta, impedita e punita con una apposita legge. Che voi del Popolo delle Libertà, soprattutto voi giovani, non comprendete quanto pericolose siano certe affermazioni quando si parla di crimini d'odio come quelli omofobici e strumentalizzate la semplice richiesta di una legge che scoraggi tali crimini, non solo non vi fa onore ma anche vi fa essere sempre più distanti da quella cultura liberale (dovrebbe essere la vostra cultura) che nel resto d'Europa ha promosso ed approvato leggi contro l'omofobia e, contemporaneamente, ha esteso alle persone omosessuali diritti e garanzie come matrimoni, unioni civili, adozioni etc., etc. Infatti, le discriminazioni, che spero anche a voi facciano schifo, si abbattono e si superano solo se dinanzi alla legge non esistono cittadini con meno diritti ed opportunità di altri. E questa non è una mia personale convinzione ma è quello che la nostra Costituzione ci insegna.
Nessuna "rivoluzione omosessualista" è in atto, nessuna minaccia a chi ha idee, esperienze di vita e valori differenti. In nessun Paese europeo (tanti, quasi tutti), dove ci sono Pride e dove esistono leggi che tutelano le coppie dello stesso sesso, si sono verificati sovvertimenti sociali che hanno intaccato o distrutto la famiglia tradizionale di cui voi credete di essere i soli difensori e sostenitori. Se questa famiglia di cui tanto parlate, spesso a sproposito ed in maniera strumentale ed ideologica, per sopravvivere ha bisogno dell'infelicità altrui; se ha bisogno di negare diritti elementari ad altri; se ha bisogno di essere l'unica forma di famiglia ammissibile e da riconoscere, beh, onestamente non mi pare un bellissimo esempio di famiglia la vostra e che rappresenti l'idea di una società civile, democratica e pluralista. Sicuramente non è stata la mia famiglia, anche essa tradizionale, formata da un uomo ed una donna, che, fortunatamente, mi ha insegnato altri valori ed un altro modo di intendere il rispetto verso il prossimo.
Nel salutarvi, vi invito a fare un salto il 19 giugno al corteo del Pride, forse incontrerete conoscenti o amici, tante persone e tanti cittadini esattamente come voi ma che, semplicemente, hanno meno diritti di voi ed è per questo che manifestano.
Vincenzo.

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