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Visualizzazione dei post da febbraio 3, 2013

Sui diritti dei padri: due parole alle donne

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Ho diverse amiche che hanno già procreato ed esercitano, molto felicemente, una maternità scrupolosa e amorevole. Aggiungerei anche "consapevole" e, con questo, alludo alla capacità - tutta femminile - di porsi quella domanda in più sulla vita (e se stesse e il partner e il futuro), generalmente, agli uomini assai sgradita. Domanda che, in alcuni casi e a dirla tutta, si risolve in un eccesso di seghe mentali tanto velleitarie quanto inconcludenti. Portiamo questi figli dentro di noi per nove mesi, custodendoli e preparandoli a venire al mondo, che quando ci sono, quando escono fuori di noi e conquistano - giorno dopo giorno - una loro originalissima fisionomia, allora li vorremmo ricacciare dentro: per proteggerli, per un istinto incontrollabile che ci porta a credere che tutto quello che facciamo per loro, il nostro stesso amore, sia solo  fonte di cose belle, valori positivi, energia vitale. E, invece, invece così non è. A partire da come consideriamo i nostri compag