Di calcio e politica
 
  Non amo il calcio. Nutro tiepide simpatie, puro campanilismo, per il  Lecce, e trovo stucchevoli i dibattiti infiniti sulle tattiche messe in  campo da questo o quel commissario tecnico. Agli accapigliamenti tra  tifosi di squadre diverse, anche amichevoli, reagisco con stupore: mi  impressiona sempre quel sovrappiù di passione – verbale e non – che ne  viene fuori e dico tutte le volte che andrebbe travasata altrove, nel  resto della vita.   Ma c’è un momento di una partita di calcio che mi piace e mi  emoziona: quando il gioco finisce, e i calciatori che hanno vinto  gioiscono e festeggiano la vittoria. A volte compiono gesti belli e  forti che, per un attimo, fanno dimenticare l’enorme e scandaloso  business che ruota attorno a loro. Io, ad esempio, assisto sempre  incantata agli abbracci sportivi tra chi vince e chi perde.