Cinque grammi di caffé

Il 1 dicembre la boutique manager mi ha chiamata da parte: "Ho già il tuo Iban?", mi ha chiesto. E io - balbettante - me la sono guardata e "sì, sì ma a che ti serve?". Facciamo sempre domande stupide per prendere tempo. Quando non ci capacitiamo che quella cosa la stanno chiedendo proprio a noi.

E' stato così che mi si è aperto un mondo: ogni primo del mese ci sono luoghi i cui dipendenti (e anche i collaboratori occasionali come me) sono retribuiti (r-e-t-r-i-b-u-i-t-i), e questo dato non è opinabile, non scatta su richiesta come riflettevo qui, ma  appartiene alla sfera delle certezze. Una sfera molto ben assortita, a quanto pare: chi lavora in questo posto gode di straordinari pagati, ha diritto ai buoni pasto, può contare su alcune garanzie, granitiche, direi: puntualità estrema nei pagamenti, un buon contratto, diritti rispettati.

Riflessioni a margine.

Lì per lì ho fatto, mentalmente, un calcolo veloce delle ore lavorate a novembre - solo 11 - e dunque del magro bonifico che avrebbe fatto ingresso nel mio conto perennemente in rosso. Eppure non mi pareva vero: nessuna telefonata da fare, nessuno sforzo, zero imbarazzo. Ecco, il punto è anche questo: un tempo avevo tanta energia e dovevo solo impegnarmi a canalizzarla, a farne buon uso, per non disperderla. Ho fallito: nessuno mi ha insegnato come fare e così sono andata avanti per prove ed errori. Troppi sprechi, e alla fine le mie risorse si sono ridotte al minimo: avrei dovuto capire in tempo che se non impiegata, l'energia in eccesso si estingue da sola.

Ecco perché sono qui, in fondo. Per ripensarmi, senza dare nulla per scontato.

Questo we ho lavorato per 16 ore: ho spiegato un'infinità di volte le differenze tra le diverse macchine da caffè, fatto degustare centinaia di gusti, sistemato migliaia di capsule colorate sulle pareti, fatto innumerevoli gaffe; ho sorriso, parlato, sedotto, polemizzato, mi sono incazzata, esibita, divertita, mortificata. Tutta vita, e non è una battuta.

Presto anche questo diventerà ripetizione e mi annoierà a morte, come accade sempre quando gli inizi cedono il posto a quello che viene dopo. Resta un fatto, almeno per me (almeno per questi tempi duri): ho finito con l'incrociare un mondo le cui istruzioni per l'uso sono certamente ferree, un mondo che si rivolge a un folto gruppo di umani pieni di privilegi, che si possono permettere di acquistare 5 grammi di caffè al prezzo di 37 centesimi. Un mondo, però, che in cambio offre protezione: il cui unico stimolo è la caffeina che ti bevi gratis (almeno quello!) e che nonostante tutto, rallenta i battiti di un cuore che non ce la fa più a battere così in fretta per la paura di non farcela.


Commenti

  1. "rallenta i battiti di un cuore che non ce la fa più a battere così in fretta per la paura di non farcela" mi piace molto! ;)

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