La democrazia sputtanata e ferita


Ieri è stata una giornata terribile per tutti noi e per quei diritti fondamentali di cui ciascuno gode ma che non hanno corpo e sostanza fino a quando non sono violati, calpestati, feriti.

Tre fotogrammi completamente diversi hanno invaso le nostre bacheche “social”, hanno attraverso il web e sono andati via cavo, a testimoniare che la democrazia è ancora una terra da conquistare. Almeno una parte importante di essa.

Il primo è rappresentato dalla “medaglia” a due facce delle manifestazioni di ieri: il bastone del poliziotto che colpisce da dietro un giovane e i molotov e le spranghe dei balordi. Immagini che hanno mostrato a tutti quanto abbiano bisogno, l’una dell’altra, queste due violenze – quella degli infiltrati nei cortei e quella dello Stato che picchia duro, e non solo per difendersi – due “furie” che puntualmente si danno convegno quando a scendere in campo per protestare in difesa dei loro diritti sono studenti, operai, cittadini, altrimenti invisibili. Occorre dirlo chiaro e forte: sono entrambe abusive.

Il secondo fotogramma, di tutt’altro segno, è quello di Vincenzo Maruccio, l’ex capogruppo dell’Idv al Consiglio regionale del Lazio, accusato di peculato per aver preso indebitamente circa 700 mila euro dai fondi destinati al partito:
Maruccio, ammanettato dal nucleo della polizia Valutaria della Guardia di Finanza, è stato ripreso dalle telecamere e dato in pasto al pubblico televisivo, a tutti noi e voi, che oltre a pagare sulla nostra pelle la difficoltà di andare avanti nonostante tutto, assistiamo – sempre più insofferenti – agli ormai quotidiani furti con scasso, commessi da politici e amministratori pubblici affamati di potere e di soldi. Una buona volta, però, dovremmo ricordare ai colleghi giornalisti che tanto diligentemente “coprono questi eventi” che il codice penale vieta, all’articolo 114, la pubblicazione “dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi”. E al magistrato che dovrebbe segnalare all’ordine la violazione perché adotti provvedimenti disciplinari. Guardate che queste non sono inezie: e anche in questo caso, la plateale violazione delle regole democratiche avviene perché nessuno vigila, né da una parte, né dall’altra. E se Maruccio e Fiorito hanno preso soldi pubblici, noi abbiamo tutto il diritto di incazzarci ma abbiamo anche il dovere di usare lo stesso vigore legalitario per protestare ogni volta che la dignità umana è vilipesa e diventa merce di scambio. La nostra sete di giustizia non può essere appagata quando la dignità altrui (anche quella di chi ha rubato) è offesa.

La terza immagine è quella che ritrae il volto della figlia di Beppe Grillo, fermata durante un controllo di routine, ieri, dai carabinieri mentre era nella propria auto, a Rimini: lei ha consegnato spontaneamente le due dosi di cocaina di cui era in possesso. Dosi per uso personale a quanto pare e, dunque, è partita la segnalazione. Senza entrare nel merito delle (per me ridicole) accuse di chi ha gridato al complotto, ricordo che questa smania di “sputtanare” qualcuno, sbatterlo in prima pagina e offenderne la dignità, di lanciare monetine con disprezzo in faccia a chi si è macchiato dei peggiori crimini – che si tratti della figlia di Grillo, che non è accusata di nulla, o del potente di turno che ha rubato o di un perfetto sconosciuto – è un oltraggio alla dignità di tutti, un insulto all’umanità intera. E non è necessario che capiti a ciascuno di noi per scoprirlo.
(micromega.it)

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