Nipoti

Li guardo senza essere vista, sempre un passo indietro, scorgendo ogni volta un tratto nuovo, quasi adulto: un pezzo di carne che prima non c'era, una linea acerba disegnata dal corpo sempre in movimento, che ogni secondo cambia forma e diventa futuro.
Sono i miei nipoti e, forse, il fatto che io non abbia figli, rende tanto potente quest'osservazione e l'impatto che ha su di me la vita in trasformazione. 
Quando sono lontana, il loro pensiero mi adombra: l'idea che crescendo, diventino altro in mia assenza, mi provoca un senso di vuoto e un piccolo dolore sempre presente. Come una fitta insistente.
In questi giorni estivi, vederli litigare tra loro, ascoltarli parlare di cose che non conoscono, spiarli mentre mettono la gelatina tra i capelli, e assistere ai loro primi turbamenti mentre provano a progettare il nuovo anno, mi fa dimenticare quanto sia pesante la libertà della mia vita altrove. Quando è altrove.
E quale prezzo altissimo abbia avuto la mia personale ricerca di futuro. Perché loro non sono solamente loro: sono anche pezzi della mia famiglia, piccole matrioske che contengono al proprio interno altre forme, altra vita, pronta a venire fuori. Una promessa.
Sono così intrisi di questo posto, dei suoi condizionamenti come dei suoi "lussi", da farmi sentire una zia un po' impacciata, da trattare bonariamente come se avesse sempre bisogno di un mediatore culturale: "Zia, ma hai dimenticato tutte le strade!"; "Ma non sai cosa vuol dire quello?; "Che stai dicendo? Ti sei dimenticata tutto!".
Insomma, sì, questi miei nipoti mi ricordano anche fino a che punto si riesca a perdere la propria storia: non è vero che resta tutto dentro. Qualcosa si smarrisce sempre. Come quando trasporti delle buste piene di sabbia e non perfettamente integre. Basta un forellino perché la sabbia, sottilissima, si sparga lungo la strada.
Quello che è perso, è perso per sempre. Ed è bellissimo e malinconico assistere al futuro che avviene nelle loro vite mentre tu e il tuo passato state a guardare il miracolo.

Commenti

  1. E' bellissimo leggere come analizzi le cose, la tua vita. Ti poni sempre delle domande, non ti senti mai arrivata, hai una "strana" malinconia che ti porta a scavare sempre, a guardarti dentro e a cercare di vederti da fuori. E riesci a sentire tanto. Fai un lavoro faticosissimo su te stessa, ma questo ti rende una persona veramente bella.
    Lucia

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    1. grazie Lucia, senza retorica. in poche righe, le tue, mi regali una sensazione piacevole e "strana": quella di essere compresa. succede di rado. :)

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