Il sesso (io senza me)

"Solo quando dormo poco, sono capace di pensieri coraggiosi: perché?".
Me lo chiedevo stamattina, al bar, mentre con la coda dell'occhio, scrutavo una coppia sulla quarantina ordinare "cappuccini-e-cornetti-alla-crema-e-crema-e-mele": lei sorridente e con la testa occupata; lui belloccio e altrove. Li guardo: sono piacevoli. Una coppia di corpi al risveglio: corpi che ancora hanno qualcosa da dirsi, mi dico mentre bevo il mio caffè molto macchiato. Sola.
Guardo gli altri che, come la "mia" coppia, attraversano lo stesso passaggio mattutino: stanno per essere ma ancora non sono, e trovo che quei minuti, i primi del loro quotidiano stare al mondo, siano i più sensuali, e sciolti, armoniosi e meravigliosamente senza controllo, di tutto il tempo che verrà dopo.

Penso anche che molte decisioni importanti andrebbero prese proprio dopo il risveglio: quando la coscienza - che c'è ma è silente - non prevarica il corpo e tutti i sensi si affacciano piano piano alla vita, in un equilibrio perfetto.
Penso anche al sesso: a quello che c'è e a quello che manca. Me lo immagino come un fantasma prepotente, che orienta le nostre vite più di quanto noi siamo disposti a credere. E proprio per questo le turba enormemente: perché gli facciamo fare il gioco del silenzio e quando lo "liberiamo", finalmente, è capace di grandi sconvolgimenti.
Sempre al bar, concludo che anche "lui" abbia diritto a una voce e a un corpo: ad essere illuminato e vivo, e non subalterno e notturno. Abbia diritto ad una vita trasparente e libera: da portare a spasso ogni giorno.
Non avevo mai pensato alla cosa più intima che esista, al linguaggio del corpo e tra i corpi, come a una voce autonoma: non soffocata e intermittente ma armoniosa e continua; non utile a delimitare confini, a negare diritti, a coprire nevrosi, ma come a un (bellissimo e leggero) contrappeso del corpo alla "pesantezza" dell'anima.
Mi dico tutto questo mentre sono ancora in piedi, davanti al bancone del bar: il caffé ormai freddo nella tazzina troppo calda, gli avventori che entrano ed escono. Corpi sconosciuti, rilassati, (ancora per poco) senza freni, portati a spasso per necessità, di sabato mattina. Quando tutto sembra possibile, quando l'impensabile non ha diritto di cittadinanza, e ogni scelta è a portata di mano. E di vita.

Commenti

  1. E se, alla faccia di tutto quello che abbiamo sempre pensato razionalizzando sempre, avessimo confuso la passione con l'amore?
    L'ovvia battuta al ricordo del "Sesso senza amore" di Natascia http://www.youtube.com/watch?v=2nt8q2Z1Jow sorge spontanea, ma non era questo l'intento. Pensavo al bar in cui eri e alla coppia che osservavi. In altro locale e con altra coppia, anch'io osservavo una coppia - stranamente, la passione pare accendere gli adolescenti o gli over forty, mai i trenta-quarantenni normali - poco dopo aver portato la macchina a lavare e aver sentito la radio che dava una canzone di un mio vecchio compagno d'armi e di naja: http://www.youtube.com/watch?v=mhH0X7RtZyM
    E se tu avessi osservato la passione, quella che esplode in arcobaleni di sensi, in felicità di sensazioni, e che si trasforma la mattina in quello strazio di abbandono che in realtà è confortante, perchè si può tornare alla quotidianità, agli infingimenti, come se il distacco, tanto lacerante, fosse in realtà un sollievo? Li guardavo pure io stamane i miei colazionanti, e pensavo, chissà perchè, che nei film romanticoni c'è sempre e solo la fase dell'innamoramento e mai quello della gestione del rapporto, della sua stabilizzazione. Insomma, John conquista Mary, e l'amour fou e cazzi vari, ma i film non ci mostrano mai suoceri, bollette, il pupo che piange, lei isterica, lui tonico come uno Jocca, il mutuo, la cassa integrazione, gli amici stronzi, il capo che ci prova, la cena aziendale e il cellulare a cui non rispondi, l'amica stronza, la spesa al sabato pomeriggio, il giro al Leroy Merlin, il cugino che si sposa e dobbiamo cercare il regalo, l'abbiocco davanti la tv, la voglia di qualcosa di nuovo.
    E la bugia, il sotterfugio di chi vive, sia nei confronti di chi lascia a casa a non vivere, sia nei confronti della persona con cui vive e si riempie di colori, umori e sensazioni. Perchè una cosa è fare colazione con una novità, altro è svegliarsi accanto alla persona accanto alla quale i risvegli non sono più quella felicità di aprire gli occhi. Non esiste niente di più esaltante e comodo che dire a una persona - ah, l'entusiasmante irresponsabilità delle parole che sai che non potranno mai essere verificate! - che la ami e che distaccarti da lei ti uccide.
    E se invece fosse che il massimo della trasgressione, il massimo dell'anticonformismo, fosse essere normali, fosse spiegare alla persona accanto alla quale ti svegli che è comunque bello svegliarsi accanto a lei, quando va bene e persino quando va male, perchè comunque c'è? Lo so, è il massimo delle fortune. Dunque, è di pochissimi.

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  2. caro Nandokan,
    sulla 'costruzione di un amore' mi avvalgo della facoltà di non rispondere: non trovo le parole, forse per stanchezza, sonno, disadattamento momentaneo. So che i rischi sono altissimi (di perdersi, di cercare altrove, di illudersi che 'cominciare da capo'e rimettersi in cammino, sia più divertente - e forse per un po' lo è - che continuare un vecchio viaggio). D'altra parte, i film rappresentano gli abbiocchi solo come pretesto di un tradimento e non ne intravedono anche la bellezza potenziale (per es. addormentarsi abbracciati davanti a Crozza!): un rapporto può funzionare anche nonostante il giro all'Ikea, il problema è quando la relazione a due diventa solo uno spazio dopolavoristico (banale ma è così). Insomma, tutto questo è vero: ma mi limiterei a osservare che è la nostra umanità a spingerci sempre oltre, e il nostro destino a cercare un "altrove" che, inevitabilmente, tradisce il "qui".
    Io, però, oggi ho voluto pensare proprio al dialogo tra i corpi: al sesso. Che è, evidentemente, sempre qualcosa che si supera e sconfina in altro e si mescola come gli umori e gli odori, ma è anche bello da pensare come 'oggetto' puro, come relazione nella relazione, come codice in sè. I due di stamattina erano in sintonia sessuale. Non so se amorosa. E francamente non me lo sono neppure chiesto. :)

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