Famiglie

Ci sono parole che smuovono macigni, sciolgono ghiacciai come fossero nodi, provocano realtà più dei fatti, e creano cambiamento. Una di queste, per me, è famiglia.
Quando ce l'hai in ordine, ciascuno al proprio posto e nessuno che manca all'appello, famiglia è quel posto da cui vuoi allontanarti. Dove accetti di tornare per un tempo sufficientemente limitato da permettere partenze commosse e voglia di altri ritorni. E in cui trascorri sereno e al sicuro il tempo di preparazione alla vita. Ma quando qualche pedina del tuo presepio personale salta troppo presto, o si perde per strada senza più fare ritorno a casa (neppure quella della memoria),  allora l'affare si complica e il tuo destino è segnato:  "famiglia" diventa chiunque ami.
Perché i ricordi non ti suggeriscono un'alternativa valida ma i tuoi bisogni continuano a reclamarla: con tutto che ci hai lavorato su, te la sei raccontata in ogni modo, hai elaborato e rielaborato il tuo benedetto lutto.
Così, ti illudi sia possibile amare qualcuno (anche il tuo cane) e trovare in lui (o in lei) un padre, una madre, un fratello, una sorella. E fosse solo per questa ragione, l'altro (quando non scappa), scoppia. E opta volentieri per un rapporto più semplice e "uninominale".

Ci ho pensato oggi, giornata di prime comunioni e riunioni di famiglia (non la mia). Auguri, torte, baci, corpi imparentati tra loro. In festa: non c'è tempo per pensare al disordine dei sentimenti, all'imperfezione delle scelte. Mi commuove tutto questo. Non ricordo di feste famigliari dove ci fosse (anche) questo rituale di accompagnamento, questa chiamata a raccolta di segni formali ma necessari (?) in ogni 'buona' educazione sentimentale che si rispetti. E mi fa ridere chi prende le misure alle famiglie, chi le vorrebbe disegnare, tagliare e cucire come su cartamodello: tutto in ordine, ciascuno al proprio posto. Mi fa ridere. Perché nella mia famiglia era tutto perfettamente in ordine ma poi è stata scombinata e ciascuno è andato avanti come ha potuto. Solo.
Da allora, uso sempre il plurale, "famiglie": mi vorrei dare più di una possibilità. Sapendo di non averne nessuna.

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