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Visualizzazione dei post da maggio, 2011

The day after su Libero e il Giornale

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È stranamente lieve leggere il Giornale e Libero “the day after”. E un’esperienza anche un po’ comica. Non solo per la consueta metanarrazione proposta ai lettori, della disfatta elettorale del centrodestra: ma soprattutto per le rispettive scelte iconografiche, di sicuro impatto emotivo. Una roba da spedire le “sciure” milanesi al pronto soccorso più vicino (in codice rosso). Così, la prima pagina del foglio berlusconiano, diretto da Sallusti, ospita in primo piano una sventolante e gigantesca bandiera con Che Guevara (sottotitolo obbligato: “Hasta la victoria siempre”) che copre quasi completamente, ma non abbastanza, il duomo di Milano: un contrasto che, immaginiamo, abbia provocato vere crisi di panico misto a terrore agli aficionados conservatori della “Madunina”.

Noi siamo noi e voi non siete un...

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Guardate questo spot confezionato dalla Lega in vista del ballottaggio milanese di domenica prossima. Una donna e un ragazzo chiacchierano seduti su una panchina, dietro di loro una cornice di casette contornate di verde, da periferia metropolitana. I due scorrono, con il disprezzo riservato alle grandi occasioni, i punti del programma “del Pisapia”, ribattezzato il “sindaco degli stranieri”. Lo fanno scegliendo il perimetro semantico tipico della Lega: ristretti orizzonti e zero ossigeno. Così, finirà che “Milano non sarà più famosa per la Madonnina” ma per la discesa dei nuovi barbari che avranno la cittadinanza e “vedrai che guideranno anche i tram”. Al posto dei milanesi, naturalmente (le due cose non possono essere concomitanti, a quanto pare). E i “rom”? Per “quelli là”, gli “amici” del candidato sindaco del centrosinistra, scatterebbe la “legalizzazione delle case abusive” (tradotto nel mondo inurbato si tratta di autocostruzione, esperienza conosciuta e praticata

(Uomini) che odiano le donne

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Se c'è un universo che conoscevo poco e male, è sempre stato quello femminile. E se c'è, invece, una porzione di mondo in cui oggi sono immersa, questa è fatta di donne. Di sole donne. Per anni, ci siamo guardate di traverso, collegate da un sentimento di reciproca diffidenza. Io, comodamente seduta su una rete di rapporti maschili, mi trovavo meglio a giocare a guardie e ladri che non con le bambole. E sono venuta su molto rudemente, a discapito di una certa malizia, tuttora acerba: il ritardo accumulato è difficilmente colmabile, ormai. E dunque, il destino (inevitabile) è un presente molto in stile 'Desperate housewives': meno glamour ma anche meno "desperate": normale insomma. Se non fosse che, ogni tanto, inciampo in qualche storia che mi smaschera, mi mette all'angolo e svela tutta la mia inadeguatezza.