"Restiamo umani" da Vik

Leggo da stamattina il blog di Vittorio Arrigoni, ucciso in questa guerra assurda e vecchia, in cui il mondo intero pretende di separare chi ha torto da chi ha ragione, come si fa con il grano dal loglio. E, forse, c'è solo qualcuno che ha più torto di un altro. Forse: lo dico sottovoce, certa di non comprendere, di non vedere, di non sapere tutto.
Sostengo, però, l'idea autenticamente umana e profondamente "carnale" del prendere parte, aderire a una causa,  interpretarne le istanze e condividerne gli obiettivi. E' anche, nel senso più originario del termine, una scelta "politica".

"Vik da Gaza city", pacifista e giornalista del Manifesto, faceva questo, in fondo: prendeva parte, per come poteva. Raccontando: i massacri dei coloni, le violenze sui bambini e le donne, la guerra. E riusciva anche a concludere i suoi post con una speranza seduta su due parole: "Restiamo Umani"
Per salvarci dalla bestialità, per resistere alla morte, per opporci al sopruso e alla violenza cieca.
Solo cercando le parole, e trovandole: per sopravvivere al silenzio del nulla, per non dimenticare, non soccombere.
Da oggi, Vik ha solo smesso di raccontare, in fondo.
"Restiamo umani".

Commenti

Post popolari in questo blog

"Il desiderio di essere come tutti"

Nipoti

Il giorno delle anime