KmZero Road: la strada come fonte di energia

Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.

Dove andiamo?
Non lo so, ma dobbiamo andare.


Quale strada italiana di oggi avrebbe ispirato le pagine del leggendario romanzo “On the road” a Jack Kerouac? E il suo desiderio di andare senza meta sarebbe stato tanto potente sulla nostra Salerno-Reggio Calabria? Probabilmente no.
Anche se prendessimo in considerazione “le strade più nuove e attualmente in costruzione”, spiega Giulio Ceppi - architetto e designer nonché docente al Politecnico di Milano – “scopriremmo che queste sono realizzate male perché il business consiste proprio nel rifarle continuamente”. Non solo. Da noi, un’esperienza on the road sarebbe assai dispendiosa: “Un esempio è la famosa Pedemontana”, prosegue Ceppi, “che, come tutte bretelle stradali in cantiere, saranno percorribili dai cittadini solo a pagamento. Con la conseguenza che il traffico sarà sì più fluido, ma questo vantaggio si tradurrà in un costo per l’intera comunità”.


Fondatore dello studio di design e architettura Total Tool, Giulio Ceppi è l’ideatore del progetto “KmZero Road”, che rilegge in maniera intelligente l’idea di strada, come elemento ad alto potenziale energetico, ad esempio, sfruttando il passaggio di autoveicoli per produrre energia pulita e risorse naturali come il vento e il sole.



Presentato nel marzo del 2010, esposto alla Mostra Internazionale di Architettura e all’EIRE 2010 (Expo Italia Real Estate) e premiato con il riconoscimento “Innovazione Servizi” da Confcommercio, il concept di KmZero Road è quello di pensare la strada come un “organismo”, dotato di un “proprio metabolismo interno e capace di dialogare ed interagire con l’ambiente che lo circonda”, si legge sul sito.



“Come architetti e progettisti”, chiarisce Ceppi, “collaboriamo con aziende quali Autogrill – strutture che nascono a lato della strada ed esistono per il fatto stesso che una strada esiste. La strada è sempre vista come un fattore aggressivo, una presenza ingombrante: così, ci siamo resi conto che era possibile pensare il sistema-strada in modo diverso, e sostenibile, utilizzando tecnologie già esistenti”. E proprio dall’esigenza di pensare “un nuovo tipo di strada a ridotto impatto paesaggistico ed ambientale”, che è nata un’intesa siglata da dieci soggetti diversi: un tavolo di lavoro attorno al quale siedono “aziende che operano nel settore delle grandi infrastrutture e delle tecnologie per le costruzioni”.



Ma quali sono, in concreto, le caratteristiche che dovrebbe avere una strada “intelligente”?



La prima, racconta Ceppi, è quella che “la strada sia in grado si abbattere in misura sempre maggiore la propria presenza inquinante sul territorio”. Come? Innanzi tutto, “abbattendo il livello di CO2 e di polveri sottili con prodotti a base fotocatalica” – un processo che si attiva in presenza di aria e luce, decompone le sostanze organiche e inorganiche inquinanti e le trasforma in sostanze non nocive, in grado di purificare l’atmosfera. E poi, “mitigando, anche sul piano fisico e percettivo, la presenza della strada nel contesto in cui si trova”.



“La seconda caratteristica”, prosegue, “è anche la più innovativa e cambia il modello di business e di gestione della strada per sfruttare il tracciato, la ferita che la strada rappresenta per il territorio che attraversa, servendosene per produrre energia”. Anche per questo, sottolinea Ceppi, “pensiamo a tecnologie che esistevano già ma che abbiamo messo all’interno di un set”.



La logica alla base di KmZero Road è, in fondo, molto semplice e per questo ancora più “intelligente”: si tratta di un progetto modulare e, dunque, adattabile a seconda del luogo in cui dovrà essere realizzata la strada.



“Strutture di tamponamento acustico, pannelli fotovoltaici costituiti da celle solari oppure moduli microeolici per la produzione di energia elettrica”; sono anche previsti “sistemi per il recupero di energia termica dal terreno e per la produzione di energia generata dal veicolo in frenata”. Sotto il manto stradale, poi, sarebbe situata una “smart grid che incanala l’energia prodotta nei sistemi di illuminazione e di riscaldamento nonché l’acqua negli appositi serbatoi”. Questi sistemi servono, esemplifica Ceppi “a far passare sotto il manto stradale l’acqua riscaldata durante il giorno perché di notte non si ghiacci”.



Verrebbe da dire, con un pizzico di ironia, che si tratta di un sistema fin troppo intelligente: “È chiaro che abbiamo messo a punto un progetto molto ambizioso”, commenta Ceppi, “a fronte di una situazione viaria che non esito a definire disastrosa”. L’investimento per la realizzazione del progetto, misurato su un chilometro di strada, è “pari a circa 7 milioni e 690 mila euro, ammortizzabili in circa sei anni grazie al ricavo annuo di 1.190.000 euro”.



Ma se pure fosse realizzata solo in parte, sostiene Ceppi, “un’infrastruttura del genere porterebbe indubbi vantaggi al contribuente”. E conclude con un riferimento alle strade più antiche: “La via Appia e la via Aurelia ci sono già da qualche migliaio di anni: la logica è quella di maggior durata, e dunque, non è affatto necessario costruire (male) sempre nuove strade ma utilizzare strade che ci sono già per migliorarle”.

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