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Visualizzazione dei post da febbraio, 2013

Su Oscar Giannino e un vecchio amore

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Conosco Oscar Giannino per averlo osservato, (relativamente) da vicino, nel corso di alcuni anni: tempo fa, lavoravo nella redazione di una piccola rivista moderata e di stampo liberale che collaborava con l'Ibl e lui era, già allora, un punto di riferimento in quell'ambiente. Lo osservavo quando, in abiti eccentrici - da me molto ammirati - veniva ai workshop che organizzavamo: quella scelta di non passare inosservato per i colori e i tessuti indossati, un po' cozzava con il suo modo di fare che mi appariva, al contrario, schivo e "riparato". Questo contrasto, ricordo, mi piaceva moltissimo perché - pensavo - era rivelatore di una forza e, insieme, di una debolezza. E poi perché in un mondo che si sforza, costantemente, di apparire privo di aporie, il più possibile provvisto del marchio di fabbrica, lui esibisce così la propria "stranezza" che è anche estraneità.

Sui diritti dei padri: due parole alle donne

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Ho diverse amiche che hanno già procreato ed esercitano, molto felicemente, una maternità scrupolosa e amorevole. Aggiungerei anche "consapevole" e, con questo, alludo alla capacità - tutta femminile - di porsi quella domanda in più sulla vita (e se stesse e il partner e il futuro), generalmente, agli uomini assai sgradita. Domanda che, in alcuni casi e a dirla tutta, si risolve in un eccesso di seghe mentali tanto velleitarie quanto inconcludenti. Portiamo questi figli dentro di noi per nove mesi, custodendoli e preparandoli a venire al mondo, che quando ci sono, quando escono fuori di noi e conquistano - giorno dopo giorno - una loro originalissima fisionomia, allora li vorremmo ricacciare dentro: per proteggerli, per un istinto incontrollabile che ci porta a credere che tutto quello che facciamo per loro, il nostro stesso amore, sia solo  fonte di cose belle, valori positivi, energia vitale. E, invece, invece così non è. A partire da come consideriamo i nostri compag