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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

Un teologo (amico) su De Mattei: "Che fede è la sua"?

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Va bene. Abbiamo capito che il vicepresidente del Cnr, Roberto De Mattei , quando parlava a Radio Maria di terremoto e tsunami, definendoli "una voce terribile ma paterna della bontà di Dio ", citava solo uno scritto del 1911 di monsignor Mazzella , arcivescovo di Rossano Calabro, che negli stessi termini commentava il terremoto di Messina del 1908. Ma a chi, oggi, alza il ditino per difendere, non tanto l'uomo, quanto la libertà di espressione e quella religiosa (e chissenefrega della scienza ) , risponderei con le parole che un teologo amico - che scrive tra l'altro su un giornale "conservatore" - mi ha inoltrato per email quando gli ho chiesto un parere a commento.

Può succedere che...

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L’altra sera, ero in metro, come al solito seduta nell’ultima carrozza semivuota. Eravamo solo io e un’altra ragazza di fronte a me. Lei piangeva come se fosse invisibile e non temesse sguardi indiscreti. A tratti singhiozzava. Anni fa, successe anche a me, mentre ero in un autobus stracolmo: un dolore prepotente non è mai schivo. Se ne fotte di trovare luoghi e tempi opportuni ed esce fuori quando gli pare. Ricordo che in quel momento, avrei voluto che si spalancasse, sotto di me, una botola, per scomparire e togliere dall’imbarazzo me e il mio ‘pubblico’.

Noi e "Il cigno nero"

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Mentre vedevo 'Il cigno nero' - film intenso e sensuale del newyorkese Darren Aronofsky - ho pensato che la lotta ingaggiata da Nina, ballerina del New York City Ballet, con il proprio corpo e con se stessa, riguardasse anche me. E tutti, in misura diversa.

CommonGoods.net, l'altra economia

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Il sistema è piuttosto semplice e la logica è quella tipica dei social network più diffusi, come Facebook: la condivisione di informazioni che crea un “sapere” e, dunque, una comunità di utenti-consumatori che fanno rete. La piattaforma su cui si sviluppa “CommonGoods” è gratis, dunque, accessibile a tutti: un motore di ricerca permette di verificare se, in una determinata area, esista o meno quel prodotto che cerchiamo – e, dunque, il business ad esso collegato – e sulla base dei risultati della ricerca, un’impresa già esistente è in grado di migliorare la conoscenza di un determinato territorio (in cui opera o vorrebbe operare): i suoi bisogni, le opportunità, gli operatori in campo.

Il vecchio e il cane (di nome Avvocato)

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Ogni volta che lo vedevo da lontano, cambiavo marciapiede: quel vecchio un po' tonto e il suo cane nero non mi andavano molto a genio. E per di più, mi attaccava un bottone che non la finiva mai. "Signorina, il suo cane è buono? No, perché il mio quando era giovane era temuto da tutti. Tutti lo rispettavano. E sa come si chiama? Avvocato!". E io, quando non potevo proprio farne a meno, fingevo stupore, per regarargli un po' di soddisfazione: "Ma davvero? Si chiama proprio Avvocato?". E il vecchio, con orgoglio, invariabilmente rispondeva: "Sì, tutti conoscono Avvocato: tutti gli vogliono bene, ora che è vecchio come me".

Gli occhi del mondo

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La cosa che mi mancherà di più di questi giorni da commessa, saranno gli occhi degli altri. Mi erano già mancati molto nel lavoro solitario di scrittura dei mesi scorsi. Tanto che mi sforzavo di immaginarli, di inventarmeli anche, ogni volta che potevo: in ogni telefonata, mail, chat che mi metteva in collegamento con il mondo, lì fuori.

Le finte autoreggenti

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Oggi, al negozio, sono entrate due ragazze giapponesi: la Canon al collo, si guardavano intorno, come in punta di piedi. Loro non toccavano la merce esposta: si limitavano a sfiorare appena i campioni delle calze colorate e leggere, appesi agli alberelli di metallo. Sorridevano e si sussurravano delle cose: appena entrate, la signora - certa della barriera linguistica che la separava da loro - mi ha detto a voce alta, "tranquilla, tanto queste non comprano niente", come se fossero state due fantasmi".

Diario della mia vita da commessa

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15-03-2011 Dunque. Da due giorni, lavoro sul serio: dopo vent'anni che ho solo fatto finta, questo è un evento da festeggiare. O almeno da segnare sul calendario biografico. Tra le date importanti. Sono diventata commessa (part-time, perché il troppo storpia sempre), in una boutique di intimo e calze (per pochi intimi): il negozio è in piazza di Spagna.

“Così il governo uccide lo Stato di diritto”

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Perché questa riforma è stata definita punitiva per i cittadini? L’Italia è l’unico paese al mondo ad aver deciso che il problema di questa epoca è la giustizia e non la crisi economica. Il monopolio dell’informazione diventa anche monopolio della formazione delle menti di milioni di persone: la rappresentazione del reale è stravolta. Ad ogni modo, il vero pericolo non si trova in questo megaprogetto futuribile ma nelle pieghe nascoste di altre leggi già approvate ed in vigore.

C'è lavoro a tre euro l'ora

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Ieri mattina ho saputo che F., amica "di cani", che frequenta lo stesso nostro parchetto, ha lavorato per un mese, a tre euro l'ora e dunque in nero, nel minimarket di quartiere: faceva la cassiera e sostituiva la compagna del proprietario. Quando ha saputo che avrebbe iniziato a lavorare, era raggiante: il negozio è un 'no logo' ed ha molta merce di provenienza romena, è economico e, di questi tempi, sempre affollato. F. si sentiva una bella responsabilità e sperava che quella sostituzione diventasse qualcosa di più.

Eluana e la tortura di Stato

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Ramòn Sampedro, scrittore spagnolo tetraplegico a causa di un incidente, passò il resto della propria vita a lottare per ottenere il suicidio assistito. Alla fine, chiese a una sua amica di essere avvelenato col cianuro: fine orribile, raccontata con maestria da Alejandro Amenabar, nel bellissimo film “Mare dentro”. Quando ancora Sampedro combatteva per vedere riconosciuto il diritto all’eutanasia, disse più o meno queste parole: “L’arma migliore a disposizione dei potenti per sottomettere gli altri è l’imposizione della paura del dolore”.

Ci sono "Valori" e valori

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Se esiste un’affinità “elettiva”, emersa in maniera prepotente nell’ultimo decennio di governo del centrodestra, è quella che collega il berlusconismo alla chiesa cattolica – più precisamente – alle gerarchie vaticane: una sorta di parentela acquisita che il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti individua e chiama con il suo nome.